La Versilia e il lusso: proprietà di prestigio nella culla del turismo balneare
Storia degli stabilimenti balneari in Versilia, un passo indietro fino all'Ottocento
Le spiagge con stabilimenti balneari ben attrezzati, e molto spesso completi di piscina, attraggono ogni estate miglia di turisti sia italiani sia stranieri. Completi dei servizi principali – ombrelloni e tende, servizio bar e ristorante, cabine, piscina – sono il vanto di molti tratti di costa, tra i quali spicca la Versilia. Non a caso, perché uno dei primi stabilimenti balneari nacque proprio qui. Broker Immobiliare Exclusive Real Estate propone ville in vendita in Versilia, vicino ai principali stabilimenti e con splendide viste sul mare.
Il turismo balneare è una parte importantissima della cultura italiana. Infatti, 4.000 su 8.000 km di costa sono occupati da stabilimenti balneari. Si contano inoltre tra le decine di migliaia di concessioni demaniali tra bagni, circoli sportivi, complessi turistici e campeggi, tra gli altri. Al giorno d’oggi, siamo abituati a stabilimenti balneari di lusso, super attrezzati per ogni comfort: ombrelloni ben distanziati per garantire la privacy, tende con numerose sdraio e sedie, ampie cabine anche con doccia con acqua calda, grandi piscine anche con idromassaggio e cascate, bar con gelato sia artigianale sia confezionato, ristoranti dal prelibato menù a base di pesce con scelte anche di terra. Ma i primi stabilimenti balneari in Italia erano ben diversi da quelli moderni. Vediamo come sono nati.
Non a caso la Versilia è tra le mete italiane più rinomate per il turismo balneare, dato uno dei primi stabilimenti balneari nacque proprio a Viareggio. Siamo negli anni ‘20 dell’Ottocento, e vengono aperti i primi due stabilimenti, il Bagno Dori e il Bagno Nereo, che permettevano l’ingresso ai due sessi separatamente. Non avevano affatto l’aspetto di un moderno stabilimento balneare, anzi. Al posto di lunghe file di ombrelloni e tende, gli stabilimenti consistevano in una struttura in legno sull’acqua a mo’ di palafitta, alla quale si accedeva tramite una passerella rialzata. Al suo interno la clientela poteva calarsi nel mare lontano dagli sguardi indiscreti altrui. Siamo d’altronde nell’Ottocento.
Sulla scia dei bagni di Viareggio, nei decenni successivi furono attrezzati stabilimenti anche in zone lontane quali Lido di Venezia, Napoli, Roma e la Costa Ligure, e negli anni ’20 del Novecento gli ombrelloni rimpiazzano finalmente le strutture-palafitta, e compaiono anche bar e ristoranti. Lo storico Bagno Balena, oggi uno stabilimento élite, fu costruito nel 1928. Intorno a questo periodo vengono anche costruiti i primi bagni di Forte dei Marmi, quali il Bagno Annetta, Bagno Silvio, Bagno Piero, e Bagno Beppe di Ponente. Ma il vero boom del turismo balneare arriva più tardi, negli anni della ricostruzione dopo la Seconda guerra mondiale. Viareggio e Forte dei Marmi (quest’ultima già cementandosi come meta da super élite) sono tra le località in testa alla crescita del settore turistico.
Il turismo di massa si consolida negli anni 50, quando diventa accessibile a tutti. Le vacanze coincidevano con le chiusure estive, anche quelle delle fabbriche, e con le utilitarie ormai diffuse era facile raggiungere la meta scelta. Negli anni ’60 compaiono invece i bikini. Se i primi costumi da bagno erano in lana, materiale che poco aderisce al corpo da bagnato, in questo decennio abbiamo l’esplosione famoso costume a due pezzi– quasi letteralmente un’esplosione, poiché questo capo prende il nome dell’atollo Bikini, dove gli Stati Uniti testavano il loro arsenale nucleare. Come in altri paesi, il bikini non fu legale da subito, mentre oggi è il capo da spiaggia più venduto.
Già nei secoli scorsi non erano solo italiani a godere degli stabilimenti balneari, ma anche gli stranieri, soprattutto dai paesi più nordici dell’Europa che venivano in Italia per svernare o per respirare l'aria di mare, che i medici già indicavano come toccasana per chi soffriva di malattie respiratorie. Nel 1919 e 1920 rispettivamente vengono fondati l’ENIT, Ente Nazionale Italiano per il Turismo, oggi Agenzia Nazionale del Turismo, e il CIT, Compagnia Italiana del Turismo, per promuovere all’estero l’immagine dell’Italia come meta turistica.
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